Cooperativa Sociale Il Punto | Sede di Ivrea S.T.R. 12A

cooperativa sociale il punto struttura terapeutica residenziale ivrea

Centro  residenziale di  trattamento  delle dipendenze patologiche per giovani adulti.

AMBIENTE

Collocata nel centro storico di Ivrea, la struttura si affaccia  da un lato,  sulla piazza del Duomo della città,  prossima alla via principale ed i connessi servizi; dall’altro lato, invece, gode di un grande giardino esposto sull’arco prealpino e cinto dalle antiche mura del castello di  Re Arduino cui si possono ancora apprezzare le rosse torri.

ACCOGLIE:
Uomini e donne fra i 18 e i 28 anni inviati dal Ser.D. anche con misura giudiziaria dell’affidamento in prova. Non si accolgono soggetti con misure giudiziarie di custodia, quali arresto e/o detenzione domiciliare.

MODALITÀ OPERATIVA
Co-costruzione di progetti individualizzati tra Ser.D. inviante, soggetto inviato e struttura ospitante, inerenti le aree di trattamento:

  • clinico-terapeutica;
  • educativo-riabilitativa;
  • socio-relazionale.

OFFERTA

Area clinico-terapeutica:

  • psicoeducazione;
  • psicoterapia individuale;
  • psicoterapia di gruppo;
  • colloqui di sostegno psicologico individuali, gruppali e familiari;
  • psicoterapia ad indirizzo sistemico-relazionale;
  • Mindfulness;
  • Gruppi self help (mediati da operatori della Comunità).

Area educativo-riabilitativa:

  • laboratori digitali;
  • laboratori creativi;
  • laboratori narrativi.

AREA SOCIO-RELAZIONALE:

  • accompagnamento e sostegno a percorsi di recupero scolastico e di formazione professionale;
  • individuazione e introduzione ad attività sportive e culturali sul territorio.

CONTATTI
Tel. 0125 44 877

e-mail: orizzonte.onlus@libero.it

Programma: "Il Viaggio di Telemaco"

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Progetto specificamente dedicato al trattamento delle dipendenze patologiche comportamentali e da sostanze in giovani adulti.

Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga e fertile in avventure e in esperienze

Il Razionale

Nel corso dei primi anni del secolo XXI, la società italiana è stata attraversata da profondi cambiamenti: in parte eredità del passato recente, in parte prodotti da eventi nuovi, in parte riflesso di trasformazioni globali, in parte specifici. Si tratta, in larga misura, di tendenze comuni al contesto internazionale e, in particolare, al resto d’Europa: la globalizzazione, l’immigrazione, l’invecchiamento, l’insicurezza, il disincanto civile.

Secondo il sondaggio condotto da SWG “Scenari di un’Italia che cambia” pubblicato a Maggio 2015, tra gli aspetti principali su cui soffermarsi per analizzare i cambiamenti di questo squarcio di secolo un posto di primo piano viene assegnato allo sgretolamento del tessuto sociale. Tale conseguenza delle difficoltà economiche di questo periodo ha generato quel sentimento permanente di insicurezza e precarietà magistralmente descritto nel suo manifestarsi nelle giovani generazioni da Miguel Benasayag e Gérard Schmit nel loro libro “L’epoca delle passioni tristi”:

<<…è avvenuto un cambiamento di segno del futuro: dal “futuro-promessa” al “futuro-minaccia”. E siccome la psiche è sana quando è aperta al futuro (a differenza della psiche depressa tutta raccolta nel passato, e della psiche maniacale tutta concentrata sul presente) quando il futuro chiude le sue porte o, se le apre, è solo per offrirsi come incertezza, precarietà, insicurezza, inquietudine, allora “il terribile è già accaduto”, perché le iniziative si spengono, le speranze appaiono vuote, la demotivazione cresce, l’energia vitale implode>>.

Il nostro è anche, nelle considerazioni che ne fa Massimo Recalcati, il tempo di Narciso, secondo una deriva che lo stesso Deleuze aveva intuito in una fase successiva della sua riflessione. La pretesa di autogenerazione, già caratteristica dell’Anti-Edipo, si è tradotta nel mito di Narciso, che rovescia il rapporto simbolico tra le generazioni. Non si accontenta di disobbedire alle leggi della famiglia, ma pretende di imporre il proprio capriccio come legge alla famiglia.

La possibilità di operare processi di cambiamento, all’interno di uno scenario così fosco ed intricato, viene indicata dallo stesso Recalcati nel suo nel suo libro : “ il complesso di Telemaco”  Feltrinelli 2013.

Dice Recalcati: <<Qual è la principale virtù di Telemaco? Il fatto di offrire un modello costruttivo, non nichilista. Il suo atteggiamento ci mostra come l’atto di ereditare non si esaurisca mai in un travaso di beni, o di geni, ma implichi la necessità di mettersi in moto, di affrontare il rischio. Oggi nessuno è destinato a ereditare un regno e i giovani, in particolare, si trovano a misurarsi con un mondo in costante pericolo. Ma questa è, appunto, la condizione di ogni erede. Quello che ci viene trasmesso è sempre un vuoto, nulla e nessuno garantisce mai che la felicità alla quale la nostra esistenza aspira sia veramente soddisfatta>>.

Il progetto “Il viaggio di Telemaco”, propone di offrire a questi giovani adulti uno spazio né totalmente soggettivo né totalmente esterno, suscettibile di dispiegarsi in attività più o meno limitate, per allargarsi a campi sempre più numerosi. L’obiettivo per questi giovani NEET* è quello di “rimettersi in movimento’’ come ha fatto Telemaco, perché solo rimettendosi in movimento sarà possibile incontrare una forma di godimento assai più ricca e gratificante rispetto a quella che la società attuale cerca di imporci.

Nell’avventurarci in un così periglioso viaggio ci aiutano e ci sono di supporto le mappe e le guide di viaggio tracciate dalle conoscenze e dalle competenze sviluppate  nel campo del trattamento delle Dipendenze Patologiche, in particolare nell’ultimo decennio, e sostenute dalla medicina evidence-based.

A queste abbiamo affiancato le conoscenze fornite dalla neurobiologia interpersonale di Daniel J.Siegel, le suggestioni del modello operativo come dell’ “integrazione funzionale” di Giancarlo Zapparoli, il modello delle cure differenziate e a vari gradi di intensità proposto da Eric M. Plakun, gli studi sulle psicosi sintetiche condotti da Antonello Correale e Gilberto Di Petta.

Grande influenza ed ispirazione ha avuto  il modello della coop. “Rifornimento in volo”  descritto da Giovanna Montinari e basato sugli insegnamenti di Arnaldo Novelletto.

Come ben sappiamo, però, mappe e guide non sono il territorio e di conseguenza il nostro è anche un viaggio di esplorazione, di conoscenza e di nuova esperienza che ci auguriamo possa essere condiviso con tutti i colleghi dei servizi pubblici e del privato sociale che con noi navigano questi mari.

*NEET è l’acronimo inglese di “not (engaged) in education, employment or training” in italiano anche né-né indica persone non impegnate nello studio, né nel lavoro né nella formazione.